mercoledì 27 maggio 2020

LA POTENZA DELLA NATURA NELL' UNIVERSO LEOPARDIANO - STEP #20

I passi più importanti della riflessione leopardiana sulla natura vengono rintracciati dai critici nello "Zibaldone". In particolar modo, i momenti principali sono due: la natura benigna, la natura matrigna e indifferente.
Nella prima fase la natura è ancora considerata benigna, perché, provando pietà per l'uomo, gli ha fornito l'immaginazione, ovvero le illusioni, le quali producono nell'uomo una parvenza di felicità.
L'immagine della Natura è quindi simile a quella di una madre buona e benefica, che fornisce all'uomo l'immaginazione, strumento per giungere almeno ad un'illusoria felicità.
Nella seconda fase, approfondendo ulteriormente la riflessione sul dolore umano, Leopardi perviene al cosiddetto pessimismo cosmico. In questo panorama la natura (intesa come la forza ciclica del "perpetuo circuito di produzione e distruzione" dell'universo, ossia le leggi della fisica e della biologia) è vista come la sola colpevole dei mali dell'uomo, una madre assassina .
Essa è ora vista come un organismo indifferente al dolore degli uomini e che si preoccupa solo di svolgere in modo incessante e noncurante il suo compito di prosecuzione della specie e di conservazione del mondo: è un meccanismo indifferente e crudele che fa nascere l'uomo per destinarlo alla sofferenza: una forza oscura e misteriosa governata da leggi meccaniche e inesorabili.



"La mia filosofia fa rea d'ogni cosa la natura, e discolpando gli uomini totalmente, rivolge l'odio, o se non altro il lamento, a principio più alto, all'origine vera de' mali de' viventi."
Lo Zibaldone, Leopardi


CASPAR DAVID FRIEDRICH,
VIANDANTE SUL MARE DI NEBBIA 

per approfondire la poetica dell'autore:

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