domenica 12 aprile 2020

LE POTENZE GRECHE DEL PELOPONNESO - STEP#08

"E' chiaro che quegli uomini pensavano che una simile compagine di stati doveva garantire un'adeguata difesa non solo al Peloponneso ma anche a tutti i Greci, se qualche barbaro volesse recare offesa, così come allora quelli che abitavano ad Ilio, fidando nella potenza assira che era sorta con Nino, divennero insolenti e suscitarono la guerra di Troia. Non era infatti di poca importanza quel che si era conservato della struttura di quella potenza: come ora temiamo il Gran Re, anche in quel tempo si temeva quella compatta alleanza. La grande accusa nei loro confronti consisteva nella seconda presa di Troia, quando essa faceva parte del loro impero. Contro tutte queste forze venne allestito un esercito solo, diviso allora in tre parti come i tre stati, e comandato dai tre re fratelli, figli di Eracle, che, a quanto sembra, era ben studiato e ordinato, superiore a quello che si era recato a Troia. Prima di tutto si riteneva di avere negli Eraclidi condottieri migliori dei Pelopidi, in secondo luogo si pensava che quest'esercito superasse in virtù quello che si era recato a Troia: questi infatti erano vincitori, mentre quelli, gli Achei, erano stati vinti dai Dori. "  
[Platone, "Le Leggi"]


RAFFAELLO SANZIO,
PLATONE (PARTICOLARE DELLA
SCUOLA DI ATENE)
Nelle "Leggi", ultimo e più lungo dialogo di Platone, l'autore si occupa dell'ordine politico, considerandolo come una parte più piccola e subordinata all'ordine divino presente nel cosmo. In particolare, in questo passo l'autore analizza la storia greca soffermandosi particolarmente sul rapporto tra le grandi potenze e sulle dinamiche storiche del Peloponneso.

dialogo completo:

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