mercoledì 25 marzo 2020

FORCA E POTENZA: UN'ORIGINE COMUNE - STEP#02

Di fronte al fatto che in francese "potence" non significa potenza ma forca- nel senso di strumento di impiccagione, non di attrezzo agricolo- all'inizio è inevitabile pensare che la somiglianza tra la parola francese e quella italiana sia del tutto accidentale. In realtà basti tornare indietro alle origini latine per trovare la stretta connessione tra l'emblema del potere statale durante la rivoluzione francese e il termine italiano nella sua più generica accezione.
Tutto inizia, quindi, col latino potis ("potente", "capace", da una radice indoeuropea che indica il capo, il signore), dal quale derivano potens (che può, potente) e il verbo del latino parlato potère. Il sostantivo potere deriva, quindi, dal verbo e ne mantiene le caratteristiche di concretezza e pragmatismo. Il potere è sempre in atto, è avere potere, capacità di influire. Esso ha una natura intrinsecamente relazionale: è necessariamente potere su qualcosa o qualcuno, istituendo rapporti gerarchici e verticali. La potenza invece è forza, energia che può dispiegarsi oppure no, ma soprattutto non ha l'intenzionalità, il raziocinio del potere. Basti pensare alla potenza del vento o a quella di un motore: un'onda d'urto cieca al contrario di un potere che, invece, ci vede benissimo.

Alla forca francese come ci si arriva ?

Con un trasferimento semantico sorprendente ma banale. In latino i deboli, privi di vigore, erano detti impotentes e a partire dal XII secolo la parola potentia prese il significato concretissimo dell'oggetto che sostiene chi è troppo debole per reggersi in piedi da sé : la stampella. In latino, però, erano designati come impotentes anche goveranti incapaci di autocontrollo, dispotici e arroganti. Non è difficile immaginare come il termine approdò  nel francese antico potence arrivando ad indicare la forca per le impiccagioni.
Il confine tra la cieca potenza e il potere è, perciò, labile. 

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